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regime forfettario

Prima di decidere l’opzione per il regime forfettario, il contribuente si trova di fronte ad alcuni dilemmi di non facile soluzione: è il regime adatto per me? Quanto risparmierò rispetto al regime semplificato? Se da un lato l’imposta sostitutiva può sembrare vantaggiosa in quanto consente di quantificare in modo agevole e rapido la tassazione, dall’altro bisogna tener conto che la base imponibile dei contribuenti in regime forfettario è diversa da quella dei contribuenti in contabilità semplificata, sia nella base di computo che nella determinazione.

Primo ed importante aspetto da considerare è che con l’applicazione di un’imposta sostitutiva il contribuente non può portare né in deduzione i costi sostenuti né in detrazione gli oneri sostenuti. Per fare un esempio, a parte i contributi previdenziali che possono essere dedotti dalla base imponibile, tutte le altre spese sostenute (interessi passivi sul mutuo, spese sanitarie, importi destinati alla previdenza complementare, assicurazioni sulla vita, spese universitarie)  e le detrazioni per carichi familiari (coniuge, figli ed altri familiari) non possono dedotte/detratte dalla tassazione, come invece avviene per il regime semplificato.

Quindi, un contribuente che paga interessi per mutui e spese sanitarie di importo consistente, che ha coniuge e figli a carico e non ha altri redditi oltre quello derivante da attività in regime forfettario molto probabilmente potrebbe trovare poco conveniente aderire al regime agevolato.

Anche chi sostiene parecchi costi nella propria attività potrebbe trovare poco conveniente aderire al regime forfettario: il regime in questione, infatti, è detto “forfettario” proprio perché applica direttamente al volume d’affari del contribuente una percentuale di redditività prestabilita (che varia a seconda del settore di appartenenza) che in molti casi si avvicina all’80%; in tal caso, un contribuente con spese consistenti in relazione al volume d’affari prodotto potrebbe trovare conveniente optare per il regime semplificato.

I vantaggi del regime forfettario, anch’essi da non trascurare sono sostanzialmente riconducibili:

  • all’esonero dall’obbligo di emissione della fattura elettronica;
  • alla non applicazione degli studi di settore (Indicatori Sintetici di Affidabilità, secondo la nuova normativa);
  • alla non applicazione dell’IVA sulle prestazioni rese;
  • alla riduzione del 35% sui contributi dovuti all’INPS dai contribuenti iscritti alla gestione artigiani e commercianti.

Per poter maturare una decisione consapevole, quindi, è necessario che il contribuente operi un’attenta valutazione di tutti questi elementi; tale valutazione non può essere effettuata ricorrendo a metodi empirici e/o grossolani, ma necessita di una valutazione soggettiva ed attenta che può fornire al contribuente un quadro maggiormente chiaro e veritiero delle prospettive future.

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